Amore e pandemia: 2 riflessioni che ogni essere umano dovrebbe fare ai tempi del coronavirus
E ritorno di nuovo a scrivere del Coronavirus. Perché come te, sono recluso in casa, ed uno dei modi migliori che ho per mettermi al tuo servizio è quello di condividere con te le mie riflessioni, affinché magari possano diventare anche le tue.
Ad oggi, 9 aprile, in Italia ci sono 17699 deceduti totali a causa di questa pandemia (+542 rispetto a ieri).
Quasi 18mila persone se ne sono andate in condizioni pietose, rasentando i limiti dell’umanità, sole in una corsia di ospedale, intubate e senza possibilità alcuna di vedere o salutare i propri cari.
In tutto questo l’aspetto disumanizzante continua anche oltre la morte; infatti se cerchi in rete potrai vedere la famosa foto delle +100 bare allineate nell’obitorio di Bergamo, molte delle quali non riportano neanche il nome della persona che ospitano.
Insomma, siamo davanti ad uno spettacolo veramente orribile. E quando si è dinnanzi al male il cuore dell’uomo non può far altro che interrogarsi sul senso di tutto questo, perché in fondo sentiamo un senso dovrà pur averlo.
E così mi sono lanciato nell’impresa di scrivere 2 riflessioni che secondo me dovrebbero accompagnarci durante tutto questo periodo. Sei pronto per condividerle con me?
Iniziamo.
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